Antiquariato e dipinti antichi

Prima Sessione - 2022-03-01 15:00:00- dal lotto 1 al lotto 261
Lotto 261
<a href="/images/aste/2201_1/TAVOLI_BONAZZA.pdf">scarica l'autentica</a>
BONAZZA GIOVANNI (1654-1736) <br>Coppia di tavoli parietali<br>Legno di bosso<br>1690 ca.<br>
cm. 155x80 h. 97
I due tavoli, insieme a un terzo di analoga fattura (fig. 1), facevano parte della collezione di arredi dei conti Demidoff e apparvero all'asta della Villa di Pratolino, nei pressi di Firenze, tenutasi nel 1969. Nell'occasione i tre tavoli parietali in legno di bosso furono presentati quali opere di Andrea Brustolon, attribuzione subito giustamente rigettata da Alvar Gonzalez-Palacios (1969, p.115). Lo studioso, pur non ravvisando in questi lavori la mano del grande maestro, riteneva tuttavia appartenessero senz'altro al suo ambito, se non proprio alla sua bottega, cadendo in questo caso in errore, complice la congiuntura storiografica che ha assunto per moltissimo tempo il nome di Andrea Brustolon quale unico riferimento dell'ebanisteria veneziana del periodo barocco.<br>
Da diversi anni la critica ha ridefinito i contorni 'di un panorama artistico ricco e persino affollato, almeno a leggere l'elenco dei numerosi affiliati alla fraglia degli intagliatori veneziani dei primi anni del Settecento' (De Grassi 2013, p.194) e messo in luce alcune figure di primo piano operanti nel campo dell'intaglio ligneo tra Sei e Settecento. Tra queste Giovanni Bonazza, alla cui ben nota attività di scultore in pietra se ne affianca una meno conosciuta di scultore in legno: proprio a questo artista veneziano spettano i tre tavoli parietali provenienti dalla villa dei Demidoff a Pratolino, come dimostra l'analisi stilistica e il confronto con altri lavori del maestro.
I tavoli Demidoff ' di cui lo stesso Gonzalez-Palacios (1969, p. 115 1986, p.357) ha messo in evidenza la notevole qualità dell'intaglio delle figure, che di fatto sostituiscono la tradizionale struttura ' rispondono tutti a un medesimo impianto compositivo: il piano è sorretto agli angoli da quattro vigorose figure virili, a mo' di telamoni, poggianti su un alto zoccolo decorato con elementi fitomorfi sulle traverse, che assumono la foggia di rami con il loro fogliame, sono mollemente adagiati dei nudi muliebri, ritratti nel medesimo gesticolare del braccio sollevato, mentre all'incrocio delle stesse traverse siede un drago con le fauci spalancate infine, una teoria di amorinisdraiati all'altezza del piano funge da cintura ai tavoli ' presenza che ha fatto pensare a all'adattamento di figure ornamentali destinate in origine ad altro contesto (Gonzalez-Palacios 1986, p. 357) ', e al centro del lato lungo due serafici putti, posti a mezz'aria, reggono una corona di fiori e di frutta.
Caratterizzati da un'esuberanza esornativa, tipica dei mobili veneziani di tipo scultoreo di epoca barocca, questi tavoli da muro sembrano ubbidire all'intento di suscitare una stupita meraviglia e riflettono la vitale fantasia creativa del loro artefice. Nondimeno è innegabile che un precedente per queste realizzazioni sia costituito dal tavolo in collezione privata (fig. 2) attribuito a Giacomo Piazzetta (De Grassi 2013) ' ma anch'esso in passato erroneamente avvicinato a Brustolon ', dal quale sembrano derivare non solo la tipologia del mobile, con l'utilizzo di veri e propri elementi scultorei in sostituzione di montanti e altre parti strutturali, ma anche l'impianto iconografico delle figure femminili distese sulle traverse incrociate, atteggiate imitando le stesse posture e la medesima
gestualità, della quale sfugge peraltro l'esatto significato.
Sebbene non siano ad oggi noti altri lavori analoghi di Giovanni Bonazza ' circostanza che fa dei tavoli Demidoff preziosa e unica testimonianza di una insospettata presenza del celebre artista veneziano nel campo dell'intaglio per mobilia ' si è già fatto cenno a come egli, accanto alla scultura in pietra, praticasse la scultura in legno:un'attività verosimilmente assai più ampia.
200000 €
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