Asta di Antiquariato

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Lotto 273
LUINI BERNARDINO (1480-1532)
Bernardino Scapi, detto Bernardino Luini
Dumenza , 1480/1482 Milano , ante 1 luglio 1532

Madonna con il Bambino
olio su tavola, 68 x 55 cm

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L'opera è sottoposta a decreto di vincolo da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali



Provenienza
Milano, collezione Litta Modignani

Il dipinto è opera autografa di Bernardino Luini, uno dei maggiori pittori del Rinascimento lombardo. Eseguito probabilmente all'apice della carriera, è una delle versioni più originali di un soggetto molto frequentato dall'artista, e anche un ottimo esempio di quella maniera soave e accattivante che nell'Ottocento ne fece un insuperato modello di stampo purista.
La Vergine è seduta con uno scialle sul capo, la veste rossa e il mantello azzurro foderato di arancio con la mano sinistra sfiora il petto del bambino sdraiato sul grembo, che sgambetta e sorride. Nello sfondo, sul lato destro, un drappo verde si apre su uno specchio d'acqua e sui monti. Per questa ariosa scenografia non occorre scomodare la formazione veneta dell'artista, perché era un motivo diffuso anche in Lombardia (Foppa, Bergognone) e fra i pittori leonardeschi milanesi (Solario, Rizzoli e altri). Una tenda verde scostata sul paesaggio compare, per esempio, nella Madonna della mela di Brera e nella Madonna con il Bambino della Galleria Borghese del Giampietrino. Qui sullo sfondo domina una casa a graticcio incrociato con un porticato in legno, un edificio rurale molto frequente a nord delle alpi che non doveva mancare neppure nella campagna lombarda. Luini lo raffigura anche negli affreschi della villa Pelucca (Morte dei primogeniti) e, ancora più simile, nello Scherno di Cam (entrambe le opere sono a Brera), dove la casa ha lo stesso porticato ma la costruzione è a graticcio lineare.
Il volto della Vergine con le sopracciglia arcuate, gli zigomi forti e il mento affusolato - sintesi di un tipo raffaellesco e leonardesco - è una delle morfologie ricorrenti del pittore (per esempio, nella Maddalena di Washington). La gamma vivace dei colori (verde smeraldo, azzurro, rosso vermiglio, giallo arancio), stesi con effetto di smalto e con delicati passaggi di chiaroscuro, è tipica di Luini e della pittura lombarda della prima metà del Cinquecento. La mano che sfiora lo sterno del piccolo di taglio, con il mignolo piegato, è uno stilema ricavato dalle mani in preghiera che può vedersi, fra gli altri, nella Vergine del Compianto giovanile di Budapest.
La postura vivace, con il bambino sorridente, riflette l'enorme impatto dei 'moti' leonardeschi sulla scuola locale. Il piccolo Gesù che ride, non molto frequente, è un'espressione consentanea al pittore (il Bambino con un gioco di Peterborough, per esempio), che la addolcisce sempre nei limiti del decoro. Come ha notato Giovanni Agosti (Bernardino Luini e i suoi figli, Trento, 2014, p. 260), nel Luini la dinamica espressiva leonardesca finisce quasi sempre per risolversi in una posa è un movimentare la scena, cioè, da parte di un pittore votato alla compostezza.
Mentre il bimbo che gioca con la veste ritorna nella Madonna del palazzo Liechtenstein a Vienna, l'artista riutilizza l'insolito motivo della gamba destra accavallata almeno un'altra volta nella Madonna con il Bambino già a Filadelfia, comparsa presso Christie's a New York nel 1989 (Quattrini, 2019, n. 100). In particolare, la competizione è con i piccoli sgambettanti del Solario (Madonna dal cuscino verde del Louvre, Madonna che allatta del Poldi Pezzoli) e con una soluzione simile nel Bramantino (Sacra famiglia di Carzago Riviera, collezione Sorlini).
Il dipinto si può collegare a una serie dello stesso soggetto (spesso con l'aggiunta del San Giovannino) che l'artista concepisce nella prima metà degli anni Venti (Quattrini, 2019, nn. 82-85). Come è già stato notato, il riscontro più diretto è con la Madonna con il Bambino della Wallace Collection di Londra (Ibidem, n. 122) e, in misura minore, con quella del Nivaagaard Museum in Danimarca (Ibidem, n. 123)....
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